STUOIE BIODEGRADABILI O SINTETICHE
La gamma di questi materiali copre le più svariate esigenze progettuali, realizzati con diverse materie prime posso essere in fibra naturale o sintetici. In entrami i casi l’applicazione di antierosivi, sia in fibra naturale che sintetici, avviene ancorandoli in sommità in una trincea poi riempita e fermandoli sul fronte con picchetti in acciaio.
La loro funzione è di rallentare lo scorrimento delle acque, facilitano lo sviluppo della vegetazione ed il consolidamento della coltre superficiale, in maniera semplice, economica e con basso impatto ambientale.
Le biostuoie in fibra naturale possono essere prodotte in filamenti di juta o di cocco; le fibre vengono tessute in modo da formare una rete a maglia aperta. Svolgono la funzione di antierosivo e di idroretentori, creando un substrato ideale per far partire le germinazione.
La scelta tra la juta ed il cocco come materie prime dipende da più fattori: la juta è caratterizzata da una vita utile inferiore (circa 1-2 anni) rispetto al cocco (3-5 anni); inoltre, il cocco è caratterizzato da una resistenza a trazione maggiore rispetto alla juta. Il cocco, invece, ha un minore potere di assorbire l’acqua: ciò comporta una diversa capacità di mantenere l’umidità e la temperatura nel substrato di terreno.
Le biostuoie, quindi, hanno la doppia funzione di ridurre l’erosione del terreno da parte degli agenti atmosferici e di creare un corretto microclima all’interno dello strato di terreno sottostante, per favorire la crescita della vegetazione superficiale.
Antierosivi sintetici sono soluzioni permanenti, ce ne sono alcuni con resistenze meccaniche elevate, che possono contribuire alla stabilizzazione superficiale, hanno una struttura tridimensionale di filamenti in polipropilene intrecciati e legati a caldo, che si compenetra nella strato superficiale del terreno conferendoli stabilità
Ha la doppia funzione di ridurre l’erosione del terreno da parte degli agenti atmosferici e di creare uno strato preferenziale per la crescita delle radici della vegetazione superficiale.
Certi tipi sono vere proprie geogriglie, realizzate in fibre in poliestere ad elevato modulo e a basso creep che, grazie alla struttura tridimensionale, possono svolgere efficacemente la doppia funzione di protezione contro l’erosione e stabilizzazione delle scarpate.
La loro applicazione principale è la protezione del terreno vegetale posato sulle scarpate di rilevati stradali, ferroviari, di argini, ecc. Grazie alla loro elevata resistenza alla trazione possono essere utilizzate anche su scarpate molto acclivi o lungo i corsi d’acqua.